Essere comunità

Essere Comunità è una delle caratteristiche essenziali della vita dei membri della CMV.

Siamo molto diversi per età, stato di vita, sesso, proveniamo da molte culture, ciascuno ha la sua lingua, le sue tradizioni, la sua esperienza… Proprio a partire da questa pluralità nella Comunità accogliamo la sfida di diventare una sola famiglia. Nel dono e nell’accoglienza reciproca, le differenze spirituali, intellettuali e psicologiche si compongono in unità e divengono ricchezza per tutti.

Leggendo a ritroso la nostra storia, soprattutto le origini, vi si scorge l’azione di Dio che ha generato, nel primo gruppo di giovani che si sentivano chiamati alla vita comunitaria per la missione, un forte desiderio di vivere insieme la sua Parola, di sperimentare insieme la vita divina, di esserne testimoni e annunciatori nel mondo intero, come famiglia, a partire da relazioni nuove di fraternità, di benevolenza, di comunione.

Una chiamata

Alla base di questo nostro “sogno” coglievamo una chiamata di Dio a vivere le nostre relazioni alla luce del rapporto d’Amore che lega il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Non un progetto umano dunque, ma una risposta a una iniziativa di Dio da accogliere nella nostra povertà e inadeguatezza, un dono da offrire agli altri.

Una Dio famiglia

Nina Cadeddu, una delle prime missionarie, racconta: “Agli inizi spesso ce lo ripetevamo: essere comunità è vivere insieme, cercando di far vedere al mondo il volto di un Dio famiglia, che rende possibile l’accordo anche tra persone diverse – e aggiunge: Volevamo con tutto noi stessi dire la vita di Dio che avevamo scoperto, l’esperienza di un Dio vivo, Padre, Figlio e Spirito Santo; l’esperienza, della vita trinitaria, della comunione tra persone vissuta e incarnata da tutti nella fatica di ogni giorno; Essere comunità ha significato sin dagli inizi tentare di tradurre in dinamiche di relazione, di amore scambievole e di vita fraterna ciò che Dio ci dà di intuire della sua vita divina, per poi condividere questa esperienza con tutti”.

Uno perchè il mondo creda

Una Parola evangelica guida il cammino dei missionari e delle missionarie: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola” (Gv 17,21). E’ la preghiera sacerdotale di Gesù che fa da bussola alla vita di comunità. In ogni relazione fraterna, ciascuno si rende disponibile a prendere l’iniziativa nell’amore, manifestando così l’amore sorgivo di Dio Padre, oppure a lasciarsi avvolgere dall’amore, esprimendo l’accoglienza recettiva del Figlio Gesù, per ritrovarsi uniti nello Spirito. In un vero e proprio gioco d’amore reciproco, l’uscire da sé, la gratuità del dono si alternano con la pura gratitudine, con l’accoglienza del dono. La Comunità diviene uno spazio vitale in cui imparare ad amarsi, si diventa disponibili a servire i più poveri, si assume la disponibilità per lasciarsi inviare per l’evangelizzazione ad gentes.

Dio al primo posto

“Cominciando questa vita insieme – sottolinea Marilena Desogus – nelle nostre relazioni volevamo ispirarci a quel modo di stare insieme che caratterizzava i primi cristiani. Ci rendevamo conto che volersi bene in semplicità e letizia di cuore, uniti nel nome del Signore, era possibile se ciascuno metteva al primo posto Dio.

Lavorando insieme, nella vita di tutti i giorni, affrontando i piccoli o grandi disagi di un’esperienza che comincia da zero, impegnandoci a superare le inevitabili difficoltà dettate dalla diversità, ci siamo riscoperti fratelli e sorelle oltre i legami di sangue”.

La missione per attrazione

Oggi, in questa scelta di vita, continua a sostenerci la consapevolezza che, al di là dei nostri poveri gesti e delle nostre fragili persone, questo modo di stare insieme rende la Comunità luogo della presenza del Dio vivente, capace di attrarre altri nello stesso dinamismo. La Comunità che tentiamo di incarnare non è una realtà spettacolare, ma quotidiana, fatta di accoglienza, di piccoli gesti di condivisione, di scambio di opinioni, di perdono e di esortazione reciproca. Non è una semplice convivenza tra amici che hanno imparato a volersi bene e ad andare d’accordo, ma qualcosa di più, che ci supera come persone perché trae la sua origine dalla sorgente stessa della vita: Dio Trinità.

Comunità internazionale

La Comunità assume il volto di una famiglia internazionale. La convivenza di fratelli di varie nazionalità ci permette di fare esperienza sul campo di fraternità universale, palestra per chi, abbattendo le frontiere della propria parentela e terra di origine, si allena quotidianamente per allargare il proprio cuore al mondo intero.