Il nome
All’inizio ci si voleva chiamare semplicemente “Comunità Missionaria”. Le due parole, infatti, bastano a definire la nostra realtà: persone che desiderano vivere in comunione fraterna, quindi “Comunità”; chiamata e impegnata a vivere quella dimensione essenziale dell’identità della Chiesa che è la missione, nella specifica connotazione di “missione ad gentes” (ai popoli), quindi “Missionaria”. Ma a distinguerla da tante altre comunità con finalità missionaria esistenti nella Chiesa, si è scelto di aggiungere la specificazione: “di Villaregia”, nome del piccolo centro rurale dove sorge la casa madre.
In un piccola frazione del Polesine
Mons. Sennen Corrà mette a disposizione dei missionari una casa a Villaregia, località del comune di Porto Viro, in provincia di Rovigo: un pugno di case a ridosso dell’argine del fiume Po, e attorno immense distese di campi coltivati a mais o soia. Un’altra casa a pochi chilometri di distanza accoglie le missionarie.
In Sardegna
Un altro gruppo di missionari e missionarie è accolto in diocesi di Cagliari. Qui, già nei mesi precedenti, le missionarie incominciano a vivere insieme in un appartamento messo a disposizione da una famiglia di amici a Quartu Sant’Elena (CA), mentre i missionari si sistemano in una casetta di campagna a San Sperate (Ca), a circa venticinque chilometri dalla residenza femminile. E’ in Sardegna, in effetti, che alcuni anni prima si muovono i primi passi che porteranno alla nascita della CMV.